Il tempo per il fisico è un susseguirsi di un prima rispetto ad un poi. In quanto il tempo è costituito da stadi omogenei, è misurabile: ogni prima e poi è determinabile partendo da un "ora". L'orologio ci mostra la durata nel tempo di un evento tuttavia l' "ora" è indipendente dagli orologi in quanto anche la coscienza dell'uomo ne fa esperienza: "Ora è mattina, Ora è notte". Si domanda allora se il tempo, l' "ora" non sia all'interno della coscienza:
"Io dispongo forse dell'essere del tempo e con l' "ora" intendo, oltre al tempo, anche me stesso? Sono io stesso l' "ora" e il mio esserci è il tempo? Oppure, in fondo, è il tempo stesso che si procura in noi l'orologio?"
La domanda sul tempo ha quindi portato all'esserci (ente che noi conosciamo come vita umana nel suo essere) e alla decisione anticipatrice della morte (ciò che determina il passaggio all'autenticità). La decisione anticipatrice rivelando l'esistenza come pura possibilità, come progetto, le apre il futuro, e, d'altra parte, poichè le possibilità sono riconosciute come sempre date, la investe del suo passato. Per Heidegger il tempo è senso dell'esserci.
"il tempo è l'esserci. L'esserci è il mio essere di volta in volta, e quest'ultimo può essere tale in ciò che è futuro, nel precorrere che va al non più, certo ma indeterminato. L'esserci è sempre in una modalità del suo possibile essere temporale. L'esserci è il tempo, il tempo è temporale. L'esserci non è il tempo, ma la temporalità. L'asserzione fondamentale "il tempo è temporale" è pertanto la determinazione più propria, perché l'essere della temporalità significa una realtà diversa. L'esserci è il suo non più, è la sua possibilità nel precorrere che va a questo non più. In tale precorrere io sono il tempo in senso autentico, io ho il tempo. In quanto il tempo è ogni volta mio" (M.Heidegger Il concetto di tempo)
2 commenti:
Non ci ho capito un ...
ma sono d' accordo.
Il sottocuoco
è quello che volevo sentirmi dire.
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