09 settembre 2010

Risposte ad Hawking


Hawking: "Non fu Dio
a creare l'universo"

La teoria nel nuovo libro dello scienziato: "Il Big Bang deriva solo dalle leggi della fisica". Molte reazioni dei teologi, dopo questo annuncio, alla vigilia della visita del Papadal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA - L'universo ha bisogno di un Creatore? "No". La perentoria risposta arriva dal professor Stephen Hawking, l'astrofisico più famoso del mondo, considerato da molti l'erede di Newton, del quale ha per così dire ereditato la prestigiosa cattedra all'università di Cambridge. In un nuovo libro che esce in questi giorni, l'autore del best-seller internazionale Dal Big Bang ai buchi neri sostiene, sulla base di nuove teorie, che "l'universo può essersi creato da sé, può essersi creato dal niente" e dunque "non è stato Dio a crearlo".

La sua affermazione occupava ieri tutta la prima pagina del Times di Londra, come una sfida, l'ennesima, della scienza alla religione. Nel suo libro più famoso, l'astrofisico aveva cercato di spiegare che cosa accadeva "prima" del Big Bang, ossia prima che nascesse il tempo, lasciando il quesito irrisolto. Il capitolo conclusivo conteneva un ragionamento che alcuni interpretarono come l'idea che Dio non fosse incompatibile con una comprensione scientifica dell'universo: scoprire cosa c'era prima Big Bang, arrivare a una "completa teoria" dell'universo  -  scriveva Hawking  -  "sarebbe il più grande trionfo della ragione umana, perché a quel punto conosceremmo la mente di Dio".

Ma nella sua nuova opera, intitolata The Grand Design (Il grande disegno o progetto) e scritta insieme al fisico americano Leonard Mlodinow, lo scienziato offre la risposta: anziché essere un evento improbabile, spiegabile soltanto con un intervento divino, il Big Bang fu "una conseguenza inevitabile delle leggi della fisica". Scrive Hawking: "Poiché esiste una legge come la gravità, l'universo può essersi e si è creato da solo, dal niente. La creazione spontanea è la ragione per cui c'è qualcosa invece del nulla, il motivo per cui esiste l'universo, per cui esistiamo noi". Nel libro, lo studioso predice inoltre che la fisica è vicina a formulare "una teoria del tutto", una serie di equazioni che possono interamente spiegare le proprietà della natura, la scoperta considerata il Santo Graal della fisica dai tempi di Einstein.

E' tuttavia la sua asserzione che Dio non ha creato l'universo, e dunque non esiste, a suscitare eco e polemiche. "Se uno ha fede", osserva il professor George Ellis, docente di matematica applicata alla University of Cape Town, "continuerà a credere che sia stato Dio a creare la Terra, l'Universo o perlomeno ad accendere la luce, a innescare il meccanismo che ha messo tutto in moto, prima del Big Bang o del presunto nulla che lo ha preceduto". Ma il campo dell'ateismo accoglie la pubblicazione del libro di Hawking come una vittoria della ragione e della scienza, da celebrare a due settimane dalla visita in Inghilterra di papa Benedetto XVI, che non sarà per niente d'accordo con Hawking.

Nel nuovo libro, l'astrofisico rivela che il riferimento alla "mente di Dio" nel suo precedente volume sul Big Bang era stato male interpretato. Hawking non ha mai creduto che scienza e religione fossero conciliabili. "C'è una fondamentale differenza tra la religione, che è basata sull'autorità, e la scienza, che è basata su osservazione e ragionamento", conclude. "E la scienza vincerà perché funziona". 

Il fisico Bussoletti: «Hawking? Nulla di nuovo né di convincente».

Ezio Bussoletti è professore Ordinario di Fisica e Tecnologie Spaziali all’Università Parthenope di Napoli. E’ capo della Delegazione Italiana al GEO (Gruppo Intergovernativo sulle Osservazioni della Terra) e membro del Comitato Tecnico Scientifico del MUR ed ENEA, dell’Agenzia Spaziale Italiana, dell’Agenzia Spaziale Russa e del CDA dell’INAF (Istituto Nazionale. E’ inoltre Consigliere Scientifico della Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’UNESCO. Sul quotidiano Il Tempo ha scritto un articolo in risposta alle affermazioni di Hawking:
«Stralci giornalistici estratti dal contesto generale del libro rischiano di fuorviare il lettore o, peggio, di alterarne il contenuto. Si può però esprimere qualche dubbio sulla fondatezza logica di queste affermazioni: la più criticabile è quella in cui si afferma che le leggi della Fisica come quella della gravità l’Universo possono creare dal nulla. Da fisico mi permetto di obiettare che il fatto stesso di accettare “a priori” l’esistenza di queste leggi, se l’Universo fosse stato creato dal nulla, richiederebbe comunque di giustificare “perché” e “come” sono nate. Hawking salta il problema dando per assioma la loro esistenza e da questo deduce la creazione dal nulla per loro mezzo. La contraddizione appare evidente. E per lo stesso motivo potremmo affermare che siccome gli aeroplani volano grazie alle leggi della fisica, sono stati creati dal nulla senza il bisogno di un inventore. Ancora meno strabiliante è il suggerimento dell’esistenza di altri sistemi solari ed altri mondi: il problema “se siamo soli” gli astrofisici se lo sono posto da vari decenni. Nessun messaggio nuovo ed eclatante anche da questo versante.
Tutti hanno il diritto di cambiare idea, ma la dicotomia tra scienza e fede è ben lontana dall’essere risolta, ove mai questo sarà possibile. D’altronde, tutto questo è anche logico perché con la scienza noi misuriamo e cerchiamo di interpretare la natura; la Creazione, con buona pace del nostro, non è misurabile e la possiamo accettare solo per fede perché concerne una dimensione diversa, superiore alla natura fisica. Per ora le giustificazioni addotte da Hawking non hanno la forza per convincerci mentre ci sostiene la convinzione che esista un Creatore che, come diceva Einstein, non gioca a dadi e che, proprio per la sua visione superiore, creando l’uomo, ha ritenuto avesse un senso creargli intorno tutto il resto».

L’astrofisico Tanzella-Nitti: «Hawking sbaglia riducendo Dio ad un fattore empirico».

Giuseppe Tanzella-Nitti, astrofisico e teologo della Pontificia Università della Santa Croce di Roma, ha dichiarato sul sito dell’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica):
«Quando si cerca nelle equazioni matematiche una conferma o una smentita del ruolo di Dio nella creazione dell’universo, vuol dire che si sta considerando Dio al pari di un fattore empirico, un parametro da trovare o da rimuovere. Per la teologia della creazione, l’azione di Dio creatore sul cosmo è un’azione trascendente, fuori del tempo e dello spazio, non limitata al momento dell’origine (se mai ve ne è stato uno), ma finalizzata a volere da sempre l’universo e a sostenerlo da sempre con le sue leggi e i loro sviluppi. Siamo quindi ben lontani dal dilemma di chi abbia compiuto la ‘prima mossa’. Dibattere se venga prima Dio o prima le leggi di natura, come sembra fare il prof. Hawking, vuol dire impiegare la nozione di Dio in modo improprio, non come creatore, ma come “motorino di accensione” di cui si discute l’eventuale necessità o l’irrilevanza. Le leggi della fisica sono certamente sufficienti, al di là dei nostri problemi di impredicibilità, per spiegarci la struttura del cosmo ed il perché delle sue diverse trasformazioni. Ma il perché davvero “ultimo”, perché l’universo esiste — e mi lasci aggiungere, perché nell’universo esisto io, ciascuno di noi — questa è una domanda alla quale le leggi della fisica non intendono, né possono rispondere. Ma è una domanda, e in questo Hawking ha ragione, che l’essere umano in quanto tale non può non continuare a porsi».

Il fisico Gabici: «Hawking sbaglia, il nulla in realtà è molto complesso».

Franco Gabici è un fisico e giornalista, Direttore del Planetario di Ravenna. Su Avvenire ha risposto alle dichiarazioni di Hawking.
«L’universo, sostiene Hawking, si è fatto da sé. Non è la prima volta, e non sarà nemmeno l’ultima, che uno scienziato si prende la briga di spiegare urbi et orbi di poter fare a meno dell’intervento divino nella creazione del mondo. La fisica moderna, e in particolare la complicatissima «meccanica quantistica», si è tuttavia posta, magari indirettamente, il problema della creazione e paradossalmente è arrivata ad una conclusione in linea con la Genesi. La «meccanica quantistica», infatti, e in particolare il «principio di indeterminazione» di Heisenberg, ammette l’apparizione dal nulla di piccole quantità di energia (si parla di «fluttuazioni») e pertanto anche il nostro universo potrebbe essere nato proprio da una fluttuazione, che è pur sempre un ammettere una sorta di «fiat lux».
L’unico «buco» nella spiegazione cosmologica, è l’intervallo di tempo che va dall’istante zero a un tempo valutato in «10 alla meno 43». Eppure in quell’intervallo è avvenuta la nascita del nostro universo. La vogliamo chiamare «creazione»? E prima cosa c’era? Il nulla. Ma questo «nulla» è proprio un nulla o un qualcosa di più complesso? Evidentemente deve essere qualcosa di più complesso se è vero che dal nulla possono verificarsi queste «fluttuazioni». E se con il «Big Bang» sono nati sia lo spazio che il tempo, cosa faceva Dio prima del «Big Bang»? Aveva ragione Fred Hoyle quando diceva: «Ho sempre trovato strano che, benché la maggior parte degli scienziati dica di volerla evitare, in realtà la religione domini i loro pensieri ancora più di quelli dei preti».

Il matematico Lennox: «non si può spiegare l’universo senza Dio».

John Lennox è un celebre matematico, accademico all’Università di Oxford. Sul DailyMail è riportata la sua risposta alla tesi di Hawking.
«Mi diverte sempre l’idea che gli atei sostengano spesso l’esistenza di intelligenze extraterrestri, di cui non c’è alcuna prova, e contemporaneamente smentiscano la possibilità di una Grande Intelligenza. Quello di Hawking è un approccio semplicistico. Ma, sia come scienziato che come cristiano, direi che la domanda di Hawking è sbagliata».
1) Le leggi fisiche possono creare qualcosa?«Egli ci chiede di scegliere tra Dio e le leggi della fisica, come se fossero necessariamente in conflitto reciproco. Contrariamente a quanto sostiene Hawking, le leggi fisiche non potranno mai fornire una spiegazione completa dell’universo. Le leggi stesse non creano nulla, sono semplicemente una descrizione di ciò che accade in certe condizioni. La sua richiesta di scegliere tra Dio e la fisica è un po come se qualcuno ci chiedesse di scegliere tra un ingegnere aeronautico e le leggi della fisica per spiegare il motore a reazione. Il Jet non può essere creato dalle leggi della fisica ma vi occorre un ingegnere. Allo stesso modo le leggi della fisica non hanno potuto effettivamente costruire l’universo. Qualcun altro dev’essere stato coinvolto».
2) Chi ha creato la gravità?«L’argomento di Hawking mi sembra ancora più illogico quando parla della gravità: la creazione dell’universo era inevitabile. Ma come ha fatto la gravità ad eseiste innanzitutto? Chi l’ha messo lì? Qual è stata la forza creativa dietro alla sua nascita?»
3) E’ grazie alla scienza se sono credente«Gran parte delle motivazioni negli argomenti di Hawking si basano sull’idea che esiste un conflitto profondo tra scienza e religione. Ma questa non è una discordia che io conosco. Per me, matematico credente cristiano, la bellezza delle leggi scientifiche rafforzano soltanto la mia fede in un’intelligenza creativa e divina che è al lavoro. Più capisco la scienza e più credo in Dio a causa della meraviglia per l’ampiezza, la raffinatezza e l’integrità della sua creazione».
4) La scienza è nata grazie al cristianesimo. «Il motivo per cui la scienza fiorì così vigorosamente nei secoli 16 e 17 è stato proprio a causa della convinzione che le leggi della natura riflettono l’influenza di un divino legislatore. Uno dei temi fondamentali del cristianesimo è che l’universo è stato costruito secondo un razionale disegno intelligente. Lungi dall’essere in contraddizione con la scienza, la fede cristiana rende davvero perfetto il senso scientifico. Alcuni anni fa, lo scienziato Joseph Needham ha fatto uno studio sullo sviluppo tecnologico in Cina. Voleva scoprire perché la Cina era rimasta così indietro dall’Europa nel progresso scientifico. E’ giunto così alla conclusione che la scienza europea era stata stimolata dalla diffusa credenza in una forza creativa razionale, nota come Dio, che ha reso comprensibili le leggi scientifiche».

Il fisico Bussoletti: «Hawking? Nulla di nuovo né di convincente».

Ezio Bussoletti è professore Ordinario di Fisica e Tecnologie Spaziali all’Università Parthenope di Napoli. E’ capo della Delegazione Italiana al GEO (Gruppo Intergovernativo sulle Osservazioni della Terra) e membro del Comitato Tecnico Scientifico del MUR ed ENEA, dell’Agenzia Spaziale Italiana, dell’Agenzia Spaziale Russa e del CDA dell’INAF (Istituto Nazionale. E’ inoltre Consigliere Scientifico della Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’UNESCO. Sul quotidiano Il Tempo ha scritto un articolo in risposta alle affermazioni di Hawking:
«Stralci giornalistici estratti dal contesto generale del libro rischiano di fuorviare il lettore o, peggio, di alterarne il contenuto. Si può però esprimere qualche dubbio sulla fondatezza logica di queste affermazioni: la più criticabile è quella in cui si afferma che le leggi della Fisica come quella della gravità l’Universo possono creare dal nulla. Da fisico mi permetto di obiettare che il fatto stesso di accettare “a priori” l’esistenza di queste leggi, se l’Universo fosse stato creato dal nulla, richiederebbe comunque di giustificare “perché” e “come” sono nate. Hawking salta il problema dando per assioma la loro esistenza e da questo deduce la creazione dal nulla per loro mezzo. La contraddizione appare evidente. E per lo stesso motivo potremmo affermare che siccome gli aeroplani volano grazie alle leggi della fisica, sono stati creati dal nulla senza il bisogno di un inventore. Ancora meno strabiliante è il suggerimento dell’esistenza di altri sistemi solari ed altri mondi: il problema “se siamo soli” gli astrofisici se lo sono posto da vari decenni. Nessun messaggio nuovo ed eclatante anche da questo versante.
Tutti hanno il diritto di cambiare idea, ma la dicotomia tra scienza e fede è ben lontana dall’essere risolta, ove mai questo sarà possibile. D’altronde, tutto questo è anche logico perché con la scienza noi misuriamo e cerchiamo di interpretare la natura; la Creazione, con buona pace del nostro, non è misurabile e la possiamo accettare solo per fede perché concerne una dimensione diversa, superiore alla natura fisica. Per ora le giustificazioni addotte da Hawking non hanno la forza per convincerci mentre ci sostiene la convinzione che esista un Creatore che, come diceva Einstein, non gioca a dadi e che, proprio per la sua visione superiore, creando l’uomo, ha ritenuto avesse un senso creargli intorno tutto il resto».

Il filosofo Zecchi: «il problema non è l’origine del mondo ma il suo significato».

Stefano Zecchi è un filosofo e professore ordinario di Estetica presso l’Università degli Studi di Milano. Su Il Giornale ha risposto alla tesi di Hawking.
«La tesi di Hawking pretende cancellare almeno tre millenni di filosofia. Anche lui aveva sostenuto che non c’è incompatibilità tra un Dio creatore e la comprensione scientifica dell’universo. Se il grande astrofisico ricordasse un po’ della filosofia studiata nel primo anno di liceo non dimenticherebbe che una delle tesi più note del materialismo classico, che ha attraversato la cultura moderna (Karl Marx, per esempio, ne è un grande estimatore), è quella del greco Democrito. La sua teoria delle klinamen, spiegava l’origine del mondo dal contatto di particelle di materia, che si incontrano a causa di una determinata inclinazione, formando il Tutto, così a caso, senza un disegno divino. La storia del materialismo senza Dio è tanto vecchia quanto la sua confutazione.
Se il grande astrofisico Hawking ricordasse un po’ di filosofia classica, capirebbe che il problema non è la spiegazione dell’origine del mondo, ma il suo significato. La scienza ha sempre la pretesa di dire l’ultima parola, ma gli uomini, che possiedono il lume della ragione, si chiedono qual è il significato del mondo, perché c’è il Tutto e non il Nulla, perché ci sono la vita e la morte».

1 commento:

MAGO SILVA ha detto...

NON VEDO PERCHE' SI USANO TANTI PAROLONI SULLA ESISTENZA DI DIO O MENO.LA SPIEGAZIONE E' SEMPLICE, GLI ATTRIBUTI MASCHILI SONO UGUALI A QUELLO DEL CANE E DI TANTI ALTRI ANIMALI QUINDI SI DEDUCE CHE L'UOMO E' UN VERO E PROPRIO ANIMALE, BASTI PENSARE ALLE RAZZE, NEGRI, GIALLI,BIANCHI,BASSI,ALTI GRASSI, MAGRI, BRUTTI BELLI E COSI'VIA, ORA IMMAGINATEVI CHE UN CANE SI METTE A PREGARE,A PARTE IL FATTO CHE LA PREGHIERA STESSA E' RIDICOLA. GLI SCIENZIATI INTELLIGENTI CONCORDANO
CHE TUTTE LE RELIGIONI SONO STATE INVENTATE DALL'UOMO, MENTRE ALCUNI PER CONVENIENZA DEL POTERE DELLA CHIESA CERCANO CON ARGOMENTI POCO CONVINGENTI A CONTRADIRE LA RAGIONE
LA STORIA CI INSEGNA CHE LA CHIESA
CATTOLICA E' STATA SPESSO SBUGIARDATA DAGLI SCIENZIATI, CIO' NONOSTANTE A CAUSA DI PAURE E DI CONVENIENZE, MOLTI POTENTI POLITICI
ASSECONDANO LA RELIGIONE FACENDO FINTA DI CREDERE AI GESU' CRISTI
AI MATTEO, GIOVANNI , LUCA ECC.ECC.
NEGLI ANNI CHE FURONO PROVAI A SPACCIARMI PER PROFETA SENZA FAR CAPIRE CHE ERO UN ILLUSIONISTA E INCOMINCIAI A FAR LA PRODUZIONE E LA MOLTIPLICAZIONE DEI SOLDI, REGALANDO ALCUNI DOLLARI AI PRESENTI, EBBENE ALCUNI DI LORO DICEVANO CHE IO ERO IL VERO GESU' CRISTO, FECI LO STESSO ESPERIMENTO UN'ALTRA VOLTA E IL RISULTATO FU LO STESSO. CONCLUDO DICENDO DI LASCIAR
LAVORARE GLI SCIENZIATI INTELLIGENTI CHE TANTO HANNO DATO AL MONDO ANIMALE.