23 gennaio 2009

Smetti che diventi cieco!!!

PERVERSIONI DELLA MEDICINA OCCIDENTALE 2

di Paolo De Bernardi

ETIMOLOGIA DELLA PAROLA "PENE"

Anche in fatto di sesso, l’Occidente non si è minimamente rivolto a quanto tramandato da tradizioni importanti, come quella indo-tibetana, che in stretta connessione con la medicina e lo yoga ha trattato l’argomento. Il sesso è sì fonte di piacere, di generazione, ma ha anche importanti risvolti medici e perfino spirituali. E sulla sessualità, trattata in tale ampiezza, trovate testi molto importanti e profondi nella tradizione taoista cinese, dove la connessione tra sessualità e medicina (salute e malattia) è trattata ancor più marcatamente. Se poi confrontate queste tradizioni con la araba e con quella europea premoderna, vi accorgete che ci sono delle costanti sulle quali tutti i popoli euroasiatici sono stati d’accordo, in tutti i tempi.

L’Occidente disdegna tutto questo, perché ritiene sia troppo intriso di filosofia, di religiosità e di chissà quali credenze che affliggono questi popoli, che non sanno usare la ragione, non sanno che cos’è la scienza. Perciò non perdono tempo nemmeno a visionare questi testi, e partono in tromba con l’ americano Alfred Kinsey, che negli anni Quaranta compì il primo studio "scientifico" sulla sessualità, nel quale, tra le altre cose, scoprì che durante l’atto i peli diventano più eretti, gli sfinteri si contraggono, ecc. La ricerca "scientifica" sul sesso continua con Masters e Johnson, tra gli anni Cinquanta e Novanta, che usano delle "telecamerine interne"; e anche qui non vi dico che scoperte; fino ad arrivare ad uno scienziato nostrano che a l’Università de L’Aquila ha fotografato, nientemeno, che il punto G, "lo scrigno del piacere". Girano voci di un possibile Nobel. A questo punto i giornali hanno titolato "La scienza svela gli ultimi segreti del sesso". L’Occidente, grazie alla scienza, al corretto uso della ragione, grazie al corretto uso delle telecamerine, detiene gli ultimi segreti della sessualità. Andiamo a vedere in che consistono le novità, che gli altri popoli non poterono raggiungere.

La catena di trasmissione funziona così: il gruppo dei nostri sessuologi nostrani (Jannini, Giommi, Graziottin, ecc) si consorziano con università americane o fanno corsi di aggiornamento presso università americane. Dopo aver attinto la scienza, la offrono in corsi di aggiornamento o pubblicazioni nel Bel Paese, dove fioriscono nuove generazioni di sessuologi e sessuologhe. Leggiamo le loro rubriche sui settimanali per la famiglia italiana, dove rispondono alle lettere dei lettori. Su "Di più" dell’ 11 VIII 2008, la signora Mara scrive al sessuologo, dr Rossi, che lei e suo marito sono preoccupati, perché hanno scoperto che il bambino di 10 anni ha l’abitudine di "toccarsi", che possiamo fare? L’esperto risponde che quella "è un’esperienza non solo normale, ma sana. Infatti permette al bambino di entrare in confidenza col proprio corpo….bisogna evitare, come si faceva un tempo di demonizzare le carezze con minacce, perché tale demonizzazione non ha alcun fondamento scientifico"…."fin dai primi anni di vita i bambini si accarezzano". Si noti come agli esperti nostrani, con quest’ultima frase, i lupi siano riusciti a far ingurgitare senza masticazione il dogma pedofilo di W. Reich, il quale per giustificare il "diritto" dei bambini ad avere rapporti tra loro e con gli adulti, argomentava, che i bambini, sin da piccoli, spontaneamente e tutti praticherebbero l’onanismo. Su come e dove questo signore abbia fatto tali constatazioni e sul loro valore universale e scientifico i caciocavalli nostrani non si interrogano: ingoiano tutto intero il pacchetto che gli rifilano al corso di aggiornamento. E su questa capacità loro di ingoiare tutto, va dato merito ai docenti della scuola italiana.

La risposta che tocca a madri preoccupate per la precoce o eccessiva pratica onanistica del figlio è standard: la cosa è perfettamente naturale e sana, il bambino esplora il suo corpo. (Ma se esplora sempre e solo quel punto, per di più ripetutamente, ciò non si chiama "vizio", "dipendenza"? Ha provato a chiedersi qualche mamma con un po’ più di cervello. Tranquilla, signora, la rassicura l’esperto, la scienza è dalla parte del suo bambino, sta facendo una cosa che non solo non gli fa male, ma gli fa bene! Gli esperti nostrani, non hanno ovviamente retroterra culturale, per stabilire se a dire quelle cose è la scienza o più semplicemente il signor W. Reich e i suoi compari; hanno speso così tanti soldi per il corso di aggiornamento in America che di esso non vogliono sprecar nulla, non dubitano di nulla, hanno trangugiato persino l’involucro…). Su "Focus" 191 del settembre 2008, la famiglia media italiana e il loro figliolo liceale leggono (p.71): "Masturbarsi non fa male, né rende ciechi, come dicevano le nonne. Al contrario, protegge i maschi dal tumore alla prostata. Lo prova uno studio condotto da Graham Giles del Cancer Council Victoria di Melbourne", secondo lo "studio" chi si trastulla così circa una volta al giorno, conserva la salute (sic!). Chiara Simonelli, docente di psicologia alla Sapienza di Roma, presidente della Società italiana di sessuologia scientifica (la sessuologia è ormai scienza, capite), vicepresidente dell’European federation of sexology, socio fondatore della Società italiana di sessuologia medica, psicoterapeuta, ecc, attraverso le pagine della "Nazione" del 12 XI 2008, manda a dire agli over 70 che fare sesso fa loro molto bene: "Il sesso non ha età. Over 70 come adolescenti". Ora a queste raccomandazioni della scienza non sfuggono i vostri figli e neppure gli anziani; ho qui un ritaglio da "Di più" del 5 I 2009, dove un povero ragazzo di 17 anni, non ancora del tutto perso di senno, visto che si pone delle domande, scrive al Dr Rossi se "esplorarsi" nove volte al giorno, come lui fa, è troppo o no; egli chiede se Reich –pardon, la scienza pone dei limiti oppure no. Il Dottore risponde che Reich –pardon, la scienza, ovviamente non pone dei limiti…ci mancherebbe. Perché mai Reich –pardon- la scienza dovrebbe porre un freno ai suicidi giovanili, se proprio chi tira le fila di questa scienza ha progettualità maltusiane?

L’Occidente, baciato dalla fortuna, ha la scienza che gli altri popoli non hanno avuto, altrimenti sarebbero stati meno sessuofobici e si sarebbero goduti la vita. Pensate a quante e quante generazioni di monachesimi, cattolici, buddisti, ortodossi, induisti, taoisti, filosofie e interi sistemi di medicina hanno sempre detto che la sessualità, specie per l’uomo, va amministrata con giudizio, perché l’abuso impedisce alla gioventù di crescere sana e forte, mentre ai poveri vecchi li fa morire prima e li fa ammalare di più, perché con essa se ne vanno forze vitali fondamentali. Su questo punto gli occidentali si sono mostrati signori della menzogna: sono arrivati al punto da stravolgere anche i testi tradizionali. I cinque tibetani è un testo della saggezza medica tibetana, tradotto in Europa negli anni Trenta. Le nuove traduzioni, comparse sull’onda delle correnti New Age, mettono in campo edizioni controiniziatiche e contraffatte, che hanno cancellato per lo stordito uomo contemporaneo il punto più importante, secondo la versione originale, e cioè l’astinenza. (Ci vuole una faccia come il didietro, per arrivare a tanto, e questo la dice lunga su chi è il regista di simili New Age. Non fidatevi neppure un po’ della filologia contemporanea, è menzognera fino all’inverosimile. Oggi, ciò che vi fan passare per tradizione è falso come un ogm). Solo a questa condizione di astinenza quegli esercizi, a cavallo tra Yoga e Tai Chi, erano in grado di ridare vigore anche ai più anziani. Se l’uomo contemporaneo avesse attitudine scientifica, come lui crede e come gli fanno credere, sperimenterebbe da sé lo stato delle sue forze e della sua salute dopo l’abuso sessuale, confrontandolo coi periodi successivi all’astinenza. Non lo fa perché ha fede nei caciocavalli nostrani, e in quello che i lupi fanno dire a questi. Egli capirebbe allora chi gli mente: se Reich, travestito da scienza, o se le dottrine tradizionali, che della sessualità conoscono 10000 cose in più del superficiale Occidente. Capirebbe allora che un’educazione sessuale, specie per l’uomo è fondamentale e che essa dovrebbe esser centrata, non dico sull’astinenza, ma sul contegno, specie per giovani e anziani, verso i quali andrebbero rivolti divieti di tipo medico, come una volta.

Lo sporco dell’operazione è avvenuto sul piano medico e più precisamente ematologico, facendo sparire e/o invalidando tutti quegli studi che prima degli anni Sessanta ponevano una relazione causale tra abuso sessuale e certi tipi di anemie e/o forme di clorosi giovanile. Era un dato scientifico acquisito che l’eccessivo dispendio seminale era connesso con un indebolimento del sangue, che andava compensato con dei surplus alimentari e vitaminici. Non erano affatto stupidaggini i proverbi dei nostri vecchi: "mangiaci, il pane", "basta che ti dia fame", "Bacco, Tabacco e Venere riducono l’uomo in cenere". Questo era in perfetta linea con quanto affermato dalle tradizioni yogiche, buddiste, taoiste, ayurvediche, brahmaniche. Queste tradizioni in quanto mediche facevano dell’astinenza la conditio sine qua non per le guarigioni da certe malattie, mentre in quanto spirituali facevano dell’astinenza il primo requisito (Brahmacharya) per intraprendere il cammino spirituale di liberazione, perché necessitante di grande forza e salute. Chi solo riesce ad essere astinente ha già fatto un primo passo di avvicinamento a Brahma, la suprema realtà spirituale. I Germani erano certo superstiziosi e non sapevano usar la ragione quando imponevano alla propria gioventù la verginità fino almeno a venti anni, affinchè si avessero uomini e donne fortissimi. I Romani erano superstiziosi e non sapevano usar la ragione, quando, per indebolire l’esercito cartaginese,che dopo la battaglia del Trasimeno si portava verso sud, inviavano stuoli di prostitute negli accampamenti di Annibale e dei suoi soldati. A Sparta, per render più sani i giovani gli insegnavano la masturbazione precoce, tanto raccomandata da Reich?

Ma l’Occidente delle tradizioni e di simili superstizioni non ne vuole sapere, gli hanno messo un burka che si chiama illuminismo-positivismo-scientismo e grazie a questo vede….nulla. I ragazzi che poi cadono vittime di anemia e connessa depressione (con connesse volontà suicide, perché quel tipo di anemia-depressione porta a questo), a seguito di un abuso in "esplorazioni", secondo le mie stime sono moltissimi. Tuttavia nei protocolli della medicina occidentale, tutto è così accuratamente pervertito, tal che non sarà mai possibile individuare la causa della anemia-depressione di un tale ragazzo, né rimuoverla. Vediamo come. Per ciò che riguarda l’aspetto depressivo, questo sarà decettivamente separato da quello anemico, e trattato da uno psichiatra con una molecola, come quella del Prozac, nota negli ambienti scientifici per la capacità di potenziare le compulsività suicide e omicide. Per ciò che riguarda l’anemia, si dirà o che è irrisoria, oppure che ha la sua causa nel midollo (irrisoria non è, anche se i valori son quasi nella norma, infatti il giovane ha perso la voglia di vivere)! Vi scambiano cioè la causa con l’effetto e magari vi propongono una terapia per il midollo o un trapianto, omettendo o non vedendo che quel midollo è divenuto insufficiente o malato, perché il ragazzo per mesi si è "esplorato" a una media di 9 volte al giorno! E che se questo non smette, hai voglia a trapiantar midollo!

Avessero avuto ossequio per le tradizioni, i paesi occidentali non avrebbero la ecatombe di suicidi che li attanaglia e che in buona parte è dovuto alle perversioni reichiane, mandate in giro come scienza. Infatti la etimologia della parole "pene" non deriva come qualche sprovveduto autore anche dell’antichità ha pensato, cioè da "pendolo" ( così pensava il latino Festo, visto che "penis" significa anche "coda") , ma da una parola greca precisa, cioè da penia, che significa "povertà". Sì perché la saggezza dei popoli ha voluto significare che quell’organo lì è un impoveritore. Impoveritore delle energie, del sangue, della salute; perciò va usato con molto giudizio, specie da giovani e vecchi. Il primo principio dell’educazione sessuale maschile dice perciò che va speso sempre e solo l’interesse , mai il capitale; l’impoveritore ti può portare alla rovina qualora vi fosse abuso.

Ma nelle scuole italiane anche l’educazione sessuale ha subito la perversione reichiana: ai ragazzi i caciocavalli raccontano che l’onanismo non fa male, anzi fa bene (dateci sotto con l’impoveritore, fatene uso quanto volete, esso, parole di Reich, vi darà la felicità!). Essendo stata poi tale educazione sessuale proposta dalle centrali maltusiane atlantiche, essa ha come compito fondamentale lo spiegare come si usano gli anticoncezionali. Tutto lì. Provate a domandare a un tal ragazzo se sa riconoscere un malato sifilitico. Non ha neppure sentito mai la parola sifilide. Quindi lo scopo non era come dicevano all’inizio di prevenire le malattie; il vero obiettivo era fargli arrivare le perversioni reichiane e il messaggio maltusiano: la gravidanza si cura con questo tipo di anticoncezionali, mentre ci auguriamo che i ragazzi esplorino spesso e volentieri l’impoveritore, affinchè producano un popolo debole e malato, anzi depresso e alla lunga sterile e suicida….

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